È inizio marzo quando, prima in alcune zone d’Italia poi in tutto il Paese, la vita di noi tutti subisce un drastico cambiamento. I nostri ritmi quotidiani vengono rotti e ci viene chiesto di rimanere in casa per qualche tempo, inizialmente indefinito. Grandi e piccini chiusi tra le rassicuranti ma a volte strette mura domestiche.
Molti scoprono per la prima volta cosa significhi essere genitori 24 ore su 24. I ritmi della vita pre-quarantena prevedevano per la maggior parte delle famiglie che i genitori lavorassero fuori casa, che i figli andassero a scuola e frequentassero attività sportive e ricreative gestite da terzi. Le ore trascorse con i figli dunque, erano notevolmente ridotte. Dall'inizio del lockdown invece, la maggior parte delle famiglie si è ritrovata a condividere gli stessi spazi tutto il giorno. Questo significa inevitabilmente rivisitare il proprio modo di stare insieme: il tempo comune è sicuramente una grande opportunità di condivisione, ma nel contempo richiede un impegno differente.
Dall'inizio del lockdown uno dei primi passi è stato quello di far fronte all'imprevisto, alla novità, elaborare e gestire le emozioni connesse. Gli adulti hanno affrontato diversi pensieri, emozioni, sensazioni, e hanno cercato di trovare le risorse per comprenderli e gestirli, anche al fine di aiutare i bambini nello stesso processo che è sia cognitivo che emotivo: perché la mia quotidianità è cambiata? Come mi fa sentire? Come posso gestirlo? Ad esempio Matteo di 8 anni si sente spesso infastidito in questi giorni. Dorme poco ed è molto più nervoso del solito. Parlando con i genitori riesce a capire che il fastidio in realtà è rabbia per il non poter uscire e sfogarsi al parco con gli amici come faceva prima. I genitori condividono di provare le stesse emozioni, e normalizzano quanto il bambino sente contestualizzandolo al periodo che stanno vivendo (intervento cognitivo/emotivo); decidono inoltre di proporre giochi più fisici e di movimento per sfogate l’energia in eccesso, e di creare maggiori occasioni di contatto videotelefonico con gli amici di Matteo (intervento fisico/relazionale). L’elaborazione e gestione delle emozioni è fondamentale anche nel corso della così detta fase 2 che sta per iniziare. Stanno emergendo due grandi tematiche da affrontare: l’impossibilità di tornare alle abitudini di prima, ma contemporaneamente anche il cambiamento di quelle faticosamente acquisite in questi mesi di chiusura. Vi è inoltre un grande paradosso da affrontare: “se ami qualcuno, mantieni le distanze”. È un concetto cui la cultura mediterranea non è abituata, e che può creare frustrazione, spaesamento, rabbia…
Di grande aiuto per gestire questo “periodo sospeso” è anche il creare una nuova routine. Perché la routine è importante? In un momento in cui domina l’incertezza e lo spaesamento, avere una tabella di marcia più o meno definita ci permette di mantenere un orientamento, una sensazione di controllo sulle nostre vite che porta beneficio al nostro equilibrio mentale. Nel creare questa nuova quotidianità bisognerà stare attenti anche a gestire con equilibrio il rapporto pieno/vuoto: nel web si è scatenata una sfida alle mille attività da proporre ai più piccini. Sicuramente proporre lavoretti e attività manuali è molto utile: il tempo trascorre più velocemente, il bambino si distrae, impara nuove cose, sviluppa nuove competenze, il legame genitore-figlio si rafforza… Ma attenzione a non esagerare: l’attività per essere piacevole deve essere desiderata da entrambe le parti, non essere un’imposizione che genera senso di costrizione, frustrazione o rabbia. Inoltre è importante lasciare ai bambini degli spazi di libertà, in cui possano esplorare le loro risorse che sono in costante cambiamento e potenziamento, in cui possano dare sfogo alla loro fantasia e creatività, in cui possano anche annoiarsi e imparare a gestire il loro tempo e il loro spazio. Ovviamente questi momenti liberi vanno calibrati in base all'età e alle risorse del bambino. In questo momento di attivazione della fase 2, come precedentemente accennato, sarà richiesto a tutti un ulteriore sforzo, ovvero quello di creare una routine ancora diversa, che permette di riabbracciare in parte vecchie abitudini pre-chiusura, ma con modalità differenti: distanziamento, misure di protezione individuale, ancora tanti divieti.
Oltre i lavoretti e gli spazi di libertà però in casa vanno gestiti molte altre esigenze in questo periodo, esigenze diverse e maggiori rispetto a prima: cosa succede quando in uno spazio limitato devono convivere più persone con diverse necessità? La casa si trasforma in uno spazio multifunzionale e una stessa stanza a seconda dei momenti, quando non contemporaneamente, deve essere dedicata al lavoro, alla scuola, al gioco, al relax, alle faccende domestiche, all’attività fisica ed altro ancora. Questo richiede una grande capacità organizzativa nel dividersi spazi e tempi, ma anche una certa elasticità mentale che ci permetta di assumere ruoli diversi in un unico ambiente. Prima a casa eravamo prevalentemente coniugi, genitori e figli, mentre adesso dobbiamo essere anche lavoratori, insegnanti, studenti e chissà cos’altro… In questo momento di iniziale riapertura qualche genitore sta tornando sul proprio luogo di lavoro, ma molti continueranno con lo smart working e lo stesso vale per i bambini con la scuola online. Questa multifunzionalità degli spazi dunque, farà parte delle nostre vite ancora per qualche tempo.
Sicuramente i temi da trattare sarebbero anche molti altri, ma in conclusione mi sento di sottolineare un aspetto importante: pur tra le mille difficoltà la maggior parte delle famiglie sta dimostrando di avere grandi risorse e capacità di adattamento. I genitori, pur in un momento storico più ampio in cui si vive una crisi delle capacità educative, stanno dimostrando di essere colonne portanti su cui poter contare, e i figli dal canto loro stanno dimostrando grande resilienza. È presto per capire se e in quale modo questo periodo influirà sul benessere psicologico delle famiglie in futuro, ma queste risorse saranno in ogni caso un buon punto di partenza anche per quando sarà il momento di tornare alla normalità.
dott.ssa Jennifer Dosio
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